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IL PRESTITO DELLE OPERE D’ARTE / Scopri come fare / ArteCONCAS / Andrea CONCAS

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IL PRESTITO DELLE OPERE D’ARTE

Sei un artista, un gallerista o un collezionista?

Ti hanno chiesto di prestare una tua opera d’arte?

Scopriamo cosa bisogna fare.

Ricevere una richiesta di prestito di un’opera d’arte della tua collezione è un’occasione davvero importante. L’esposizione delle tue opere all’interno di musei, mostre o altre occasioni pubbliche potrebbe davvero incrementare il suo valore e la tua posizione nel mondo dell’arte. Tuttavia è bene seguire alcune linee guida per non perdere nessuna occasione e non rischiare alcun danno.

Che tu sia un artista, un gallerista o un collezionista prestare le proprie opere è quindi una grande occasione che potrebbe presentare alcuni grandi vantaggi. Scopriamo però quali sono i tre principali fattori da tenere in considerazione nella valutazione di un prestito.

La prima cosa da fare è valutare il progetto espositivo, ossia chi ci ha richiesto l’opera, che tipologia di persona è, se è una persona fisica, se un ente, una società o un museo, capire quali requisiti ha la struttura utilizzando anche, o richiedendo, dei facility report. Capire quindi se la nostra opera d’arte è messa in sicurezza e valorizzata dal punto di vista logistico e tutelata nella sua esposizione. Questo è fondamentale affinché tu possa valutare la sicurezza della tua collezione d’arte, la sicurezza della tua opera, che è il requisito base per valutare ogni prestito.

Il secondo aspetto da valutare è la valorizzazione dell’opera, ossia tutti quelli aspetti che permetteranno un incremento di visibilità, di popolarità nonché di valore della vostra opera. Lo so che per voi è veramente difficile separarvi o fidarvi di qualcuno e affidare la vostra collezione o le vostre opere, è probabilmente la cosa più difficile per un collezionista ma anche per un artista. Tuttavia, nel ragionamento più complessivo di una collezione è una grande occasione, perché vi permette di poter far fruire le vostre opere a un ampio pubblico e avere la validazione da parte di istituzioni terze, che siano esse gallerie, musei, enti o istituzioni è una grande opportunità affinché la vostra collezione aumenti di valore e di prestigio. Lo stesso vale per i curatori e i professionisti che hanno a che fare con le vostre opere. Sono certo che questo non potrà che essere positivo per la vostra immagine e soprattutto per la vostra collezione: se siete artisti, una validazione terza, se siete collezionisti, sicuramente prestigio e un incremento del valore della vostra collezione.

Tuttavia bisogna valutare anche i fattori negativi e il terzo punto riguarda gli svantaggi, ossia tutte quelle occasioni che potrebbero mettere a rischio la vostra immagine ma soprattutto la sicurezza della vostra opera. Quindi dobbiamo fare molta attenzione a valutare che la sede sia consona ma che ci siano anche tutte quelle tutele da parte dell’organizzatore, tra cui in primis l’assicurazione dell’opera e quindi metterla in sicurezza affinché, laddove dovesse sfortunatamente succedere qualcosa, ci siano delle tutele a vostro favore quantomeno per il recupero e la salvaguardia del vostro investimento. Per questo dobbiamo valutare il prestito nella sua completezza perché ci permette di tenere in considerazione tutti quei fattori di rischio, quali per esempio il trasporto, l’imballaggio e l’esposizione, momenti cruciali nella vita di un’opera e nel percorso espositivo. 

Questi aspetti dobbiamo avere la sicurezza che vengano fatti secondo nostre indicazioni. Per questo saranno cruciali i nostri condition report, nei quali indicheremo lo status dell’opera e i consigli per la sua movimentazione ed esposizione.

Assolte le problematiche tecniche rimangono quindi quelle contrattuali. Dobbiamo verificare, in caso fossimo collezionisti o gallerie di possedere tutti i requisiti e quindi i diritti di utilizzo, di usufrutto, di pubblicazione, commercializzazione ed esposizione da parte dell’artista. Un fattore cruciale per evitare poi di trovarsi davanti a eventuali denunce o reclami da parte dell’autore. Questo vale soprattutto per i diritti di immagine e relativo usufrutto commerciale, tutte le fotografie della nostra opera che potrebbero essere utilizzate per flyer, cataloghi o ancora per pubblicizzare la mostra stessa. Se non abbiamo un contratto scritto e chiaro nel quale l’artista ci concede questi diritti sappiamo che stiamo correndo dei rischi. Quindi ancor prima di valutare eventuali offerte di prestito è fondamentale verificare tutta la documentazione, dando per scontato ovviamente l’autenticità e tutto il corredo in termini di certificati.

Prestare le proprie opere a un ente pubblico, un museo o un’istituzione è una grande occasione per poter rendere davvero l’arte accessibile, e per far conoscere il vostro impegno, la vostra collezione al maggior numero di persone. Per questo valutate bene ogni richiesta di prestito, basta tutelarsi, tenere in considerazione questi 3 semplici punti e dopodiché siete pronti a prestare le vostre opere?

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#ARTECONCAS / PODCAST

PABLO PICASSO / il mondo dell’arte che Nessuno ti ha mai Raccontato / Andrea Concas / ArteCONCAS

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Siamo in Spagna, nel XX secolo, più precisamente a Malaga e quello di cui vi sto per parlare è un artista incredibile.

Un artista che ha cambiato le regole del gioco, le regole della storia dell’arte del suo periodo.

I FALSI NEL MONDO DELL’ARTE / Lo scandalo Knoedler / ArteCONCAS / Andrea Concas

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I FALSI NEL MONDO DELL’ARTE

Lo scandalo Knoedler…

La galleria Knoedler, impresa familiare fondata nel 1846, fino al 2011 è sempre stata considerata per la sua professionalità e assoluta serietà, simbolo di una reputazione ormai consolidata da decenni.

LA PRIMA MOSTRA / Come ottenere la tua prima mostra personale / ArteCONCAS / Andrea Concas

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LA PRIMA MOSTRA PER UN ARTISTA

Come ottenere la tua prima personale

Sei un artista? Vuoi organizzare la tua prima mostra personale?

Scopri cosa motiva un gallerista a farlo!

Sei riuscito finalmente a entrare in contatto con la galleria che tanto aspettavi, sei riuscito a raccontare la tua arte e sei stato apprezzato per quello che tu sei e che fai. Ma quali sono le motivazioni che spingono un gallerista a fare il secondo passo, a investire su di te, a renderti partecipe della vita di galleria e organizzare una mostra personale? 

Purtroppo la maggior parte degli artisti pensa erroneamente che la prima mostra personale sia solo merito loro. In realtà, salvo che non ve la organizziate da soli questa scelta nasce ed è motivata da una serie di decisioni e strategie molto più complesse e a lungo periodo. Per questo motivo è molto importante conoscere quali sono le motivazioni e il punto di vista anche della controparte, in questo caso il gallerista, che decide in qualche modo di investire su di voi, di dedicare del tempo e di creare la prima vostra mostra personale. 

Le opere hanno un fattore importante, è fondamentale ovviamente la qualità di quello che voi realizzate, ma spesso non basta. Per avere un rapporto che sia lungimirante e che quindi abbia una visione che vada oltre il breve termine, il gallerista guarda diversi fattori: guarda a voi professionalmente, guarda il percorso che avete fatto, analizza le motivazioni per cui siete arrivati a questo punto della vostra vita professionale o percorso artistico, perché questi aspetti sono fondamentali per il suo investimento.

L’investimento di un artista nei confronti di un gallerista va oltre la mera mostra. Seppure parliamo di un ritorno economico, quanto ovviamente il gallerista deve vendere (produce e vende), per cui deve tutelare ogni azione strategica per la crescita dell’artista e della propria galleria.

Sia per l’artista che per il gallerista è fondamentale la mostra personale ed è un punto di inizio e di partenza spesso per grandi carriere. Essa determina un posizionamento e un’uscita pubblica in quanto è ogni volta la presentazione di un percorso nuovo, ovviamente se la mostra è di qualità, con tutti i suoi rituali, le sue ansie e soprattutto le conferme, che avverranno solo il giorno del vernissage.

Ogni mostra è un racconto: ha una premessa, un racconto, un exploit e ovviamente un epilogo. In tutto questo va costruita tenendo conto di diversi fattori: ovviamente la base artistica e di ricerca dell’artista, e quindi che cosa vuole raccontare, dall’altra gli aspetti tecnici, che cosa possiamo vendere, promuovere o conservare. 

Non sempre l’ultimo fine è quello della vendita, alcune mostre vengono realizzate anche solo per posizionamento o preparativi per interventi più grandi (passaggi in asta o mostre più importanti) di conseguenza è ancora più importante, trattandosi di vero investimento nel tempo, far sì che la mostra sia perfetta, perché la mostra personale non è altro che l’inizio di un percorso più lungo, speriamo felice e roseo, tra gallerista e artista, l’inizio di una partnership professionale, spesso di rapporti di amicizia che durano nel tempo e che coinvolgono più parti e più protagonisti. Per questo motivo è fondamentale che l’artista riconosca questo al gallerista e che non sia soltanto il punto di arrivo, ma durante tutte le fasi di allestimento, di studio, di progettazione, di promozione, si intuisca lo sforzo e si faccia altresì un investimento per il lungo periodo, affinché questo possa essere l’inizio o il continuo di un percorso.

Ovviamente bisogna guardare anche l’altro lato della medaglia, non sempre tutti i galleristi si comportano in maniera deontologicamente valida o accettabile. Deve quindi anche l’artista decidere con chi vuole lavorare. Leggo tanti commenti di numerosi artisti che si lamentano del fatto che i galleristi di oggi chiedano soldi per esporre o ancora facciano pagare gli artisti per organizzare mostre o ancora altre attività. Signori miei, la scelta è vostra. Nessuno vi obbliga a collaborare con queste persone, che per giunta saranno anche degli ottimi professionisti, ma hanno fatto loro una scelta. Quindi è fondamentale, prima di lamentarsi, decidere con chi, come e dove poter collaborare per costruire la propria personale, e quindi questo percorso. Se anche voi artisti optate per un discorso mordi e fuggi, come pretendete che qualcuno investa nel vostro lavoro? Questo perché non c’è incubo peggiore per un gallerista di vedere un artista che di improvviso decide di cambiare strada, di non fare più l’artista e non dedicarsi più a quello per cui hanno investito insieme. E lì, in quel caso, cosa succede? Che tutto il lavoro fatto viene perso. Che il gallerista ha perso la faccia davanti ai suoi collezionisti, perché ricordiamoci che nella vendita è vero che vende le vostre opere, ma è il gallerista che però garantisce il fatto che voi in qualche modo siate artisti e laddove da parte del collezionista l’acquisto della vostra opera fosse un investimento, a maggior ragione la serietà del gallerista viene messa in discussione, laddove quell’opera potrebbe non valere più la cifra che è stata pagata o ancor peggio non valere niente.

Di conseguenza la prima domanda che vi dovete porre in qualità di artisti non è “cosa posso ottenere da questa galleria nell’immediato”, bensì “come posso costruire qualcosa a lungo termine, come posso avere un percorso d’arte e da artista che mi ripaghi delle mie fatiche e soprattutto che riconosca il valore della mia arte?”.

Sei pronto per la tua prima mostra personale?

NETWORKING PER ARTISTI / Promuovi la tua arte / ArteCONCAS / Andrea Concas

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IL NETWORKING PER ARTISTI

Scopri le occasioni per promuovere la tua arte…

Le occasioni di visibilità per un artista. Scopri quali sono.

Oggi il mondo dell’arte offre innumerevoli occasioni di incontro e confronto con altri artisti, collezionisti, galleristi e soprattutto ti pone nell’ottica di poter raccontare la tua arte a un alto numero di persone. Ma per fare questo devi promuovere la tua arte, scopri come.

Spesso gli artisti pensano che sono le mostre o le esposizioni siano occasioni di incontro e pubblicità della propria arte. In realtà oggi esistono innumerevoli occasioni nelle quali sia possibile parlare di sé e della propria arte a un bacino di persone immenso. Pensiamo anche solo in occasione delle grandi fiere, eventi, rassegne, biennali. 

Una delle definizioni più diffuse e condivise è che l’artista è tale quando la comunità degli altri artisti lo riconosce come tale. Questo significa che se vuoi essere riconosciuto come artista e trovare il tuo spazio è bene che tu conosca anche quello che fanno gli altri e che in qualche modo faccia parte della community. A volte presenziare in occasione di mostre o fiere e comunque un modo per essere presenti ed essere riconoscibili a fronte dei loro collezionisti e dei loro collaboratori. Questo non significa andare a rubare clienti o andare a rubare professionisti, collaborazioni o quant’altro, significa semplicemente ricordare agli altri che esistete, e non esistete solo in occasione delle vostre mostre, perché magari quelle persone lì non sono un vostro pubblico, non vi conoscono.

L’arte come ben sappiamo ha un grande aspetto di condivisione sociale, un modo spesso frequentato da grandi appassionati che si ritrovano insieme per parlare d’arte oppure acquistare delle opere, o ancora organizzare altri eventi o comunque portare avanti dei progetti legati al mondo dell’arte. E’ naturale che per voi artisti, ma anche per collezionisti, galleristi o operatori del settore siano un’ottima opportunità, un’opportunità per fare nuove conoscenze, rappresentare il proprio lavoro e trovare occasioni di collaborazioni future. Se state cercando un collezionista in particolare o un gallerista e sapete che in quell’evento lui sarà presente, quella potrebbe essere un’occasione più informale per avere un primo approccio, ricordiamoci sempre di non creare però disturbo o problemi, se quella non è un’occasione specifica per parlare del vostro progetto, potrebbe essere però un primo approccio di conoscenza per poi rimandare a un altro incontro. A volte le persone si innamorano più di voi che del vostro lavoro, e questa è un’ottima occasione per farlo.

Scegliete gli eventi che possono essere in linea con quello di cui avete bisogno: gli approfondimenti degli studi legali, un’occasione per conoscere collezionisti, o ancora le fiere più grandi per appassionati e art lovers. Le grandi mostre coinvolgono un pubblico incondizionato, spesso fatto anche di famiglie, ma al loro interno ci sono ovviamente appassionati, studenti e giovani professionisti del settore. O ancora i talk, o le tavole rotonde o i convegni. Questi ultimi sono occasioni veramente importanti, soprattutto se a numero chiuso, in quanto lo stretto numero di persone permette un’interazione e una condivisione dell’oggetto molto più forte, creando un legame intrinseco in un gruppo formatosi per l’occasione, che seppur non conoscendosi, crea comunque un legame di obiettivo, e quindi siete tutti lì per la stessa ragione e motivo. E’ un’opportunità per parlare di voi e della vostra arte.

Non ci concentriamo sugli eventi dove solo voi siete protagonisti, bensì siate di vedute più larghe: andate a cercare gli altri eventi, dove magari c’è anche meno concorrenza e voi siete più lucidi e avete più tempo per affrontare i vostri argomenti e conoscere il vostro prossimo collezionista.

E tu, a quale prossimo evento parteciperai?

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ANDREA CONCAS / Il mondo dell’arte che nessuno ti ha mai raccontato / ArteCONCAS

#ARTECONCAS / PODCAST

CHE COS’E’ UN’OPERA D’ARTE? Scopri le definizioni / ArteCONCAS / Andrea Concas

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CHE COS’E’ UN’OPERA D’ARTE?

Scopriamo la definizione di un’opera artistica…

Che cos’è un’opera d’arte?

Scopriamolo insieme.

Definire un’opera d’arte è complicato, in tanti ci hanno provato. Scopriamo quali sono le definizioni più importanti.

In Italia i legislatori hanno individuato come concetto di opera d’arte, tramite il Codice dei Beni Culturali, “qualsiasi oggetto di interesse storico”; classificano il bene culturale come “cosa di interesse artistico” escludendo poi, con un’opzione assai discutibile, i beni cosiddetti “tutelati” che riguardano le opere di pittura, di scultura e di grafica di artisti viventi, la cui esecuzione non risalga ad opere di oltre 50 anni.

E’ evidente come si sia scelto di non comprendere tra le opere d’arte tutelabili tutte le opere degli artisti viventi o contemporanei. Questo ovviamente è una grande limitazione che esclude gli artisti viventi e soprattutto anche gli emergenti da quello che riguarda un’opera d’arte tutelabile.

Ciò non vuol dire che questi non realizzino opere d’arte, semplicemente vi è un problema di classificazione in termini di legge.

Il mancato riconoscimento di un oggetto allo status di opera d’arte è legato a importanti episodi che si sono verificai nella storia, in particolare in riferimento agli impressionisti, le cui opere nel 1874 sono state rifiutate per l’esposizione presso il Salon des Refusés di Parigi e costretti poi a esporre al di fuori dell’ambito accademico in quanto considerate opere prive di interesse artistico. Tra questi artisti vi erano nomi oggi altisonanti, quali Monet, Manet o Pissarro. Capiamo quindi l’importanza di definizione dell’arte all’interno della storia dell’arte attuale, che in qualche modo in maniera diretta o indiretta condizionava lo status di un artista o addirittura il suo percorso.

Negli Stati Uniti fu invece chiamato in causa il tribunale e fu un giudice a decidere che cosa fosse un’opera d’arte. Con il caso Brâncuşi, che con il suo Bird in Space nel 1923 è stato chiamato in causa per un problema di tassazione: è stato chiesto se l’opera fosse un oggetto di design o un’opera d’arte, in quanto nel primo caso soggetta a dazi di importazione e quindi a tasse quale prodotto industriale, nel secondo, in qualità di opera d’arte, esente da tassazioni e dazi. Il giudice, pur constatando la somiglianza con un uccello, definì l’opera come “piacevole a vedersi” definendola quindi un’opera d’arte in tutti i sensi. Anche in questo caso la mancanza di una definizione oggettiva e condivisa di opera d’arte ha creato delle conseguenze, che si sono poi materializzate in una soggettività di attribuzione e di definizione.

Oggi è ancora più difficile trovare una definizione unica per opera d’arte, anche perché gli artisti sono alla ricerca costante di nuovi medium e di nuove forme di comunicazione artistica. Tuttavia è possibile trovare 3 indicatori che ci possono aiutare a definire un’opera d’arte: il giudizio del pubblico, quello degli esperti e la presenza in collezioni d’arte o musei.

Il giudizio del pubblico, come anche in altri settori, oggi è fondamentale. Con la visibilità dei social network e le occasioni sempre più pubbliche di fiere ed eventi, la validazione e valutazione del pubblico risulta un fattore preponderante nell’individuazione e nella scelta artistica. 

Tuttavia per eleggere un’opera d’arte a tale status serve la validazione da parte di un pubblico di esperti, quindi critici, curatori o galleristi, che in qualche modo spingeranno l’artista, e l’opera d’arte in questo caso, per una sua promozione nel settore tramite mostre, eventi ed esposizioni. 

Di conseguenza la presenza dell’opera d’arte in collezioni rinomate o in musei determina oggi una consacrazione valida e attendibile per riconoscere uno status di opera d’arte.

E per te, che cos’è un’opera d’arte?

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#ARTECONCAS / PODCAST

LO STATEMENT DELL’ARTISTA / Racconta la tua ricerca artistica / ArteCONCAS / Andrea Concas

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LO STATEMENT DELL’ARTISTA…

Racconta la tua ricerca artistica…

Lo statement dell’artista, quanto è sottovalutato come strumento utile e fondamentale.

Alcune volte gli artisti pensano che l’immagine del proprio lavoro valga più di 1000 parole, purtroppo questo non è sempre vero. Scopriamo perché è così importante lo statement per un artista.

In quanto artista, potresti pensare che un’immagine possa rappresentare al meglio la tua arte e il percorso creativo che c’è dietro. In realtà quello è solo il risultato finale di un processo creativo a volte complesso e lungo, fatto di studio e di ricerca che dura anni e che incide anche nella tua persona e nella tua arte. Per questo è fondamentale redigere un documento, il cui nome è statement, che racchiude le informazioni base della tua arte, quali sono i processi che hanno reso tale quell’opera d’arte. Una sorta di lettera di presentazione che dovrebbe agevolare e guidare chi sta per approcciare visivamente ad una tua opera.

Si tratta di un breve testo chiaro e conciso nella struttura. Questo non deve essere né un vademecum né una guida a come interpretare, o tantomeno fornire indicazioni su quali reazioni debbano suscitare le tue opere. Il testo deve essere pulito nei termini e nella struttura, mantenendo correlazione tra le frasi e tra punti e argomenti trattati, senza essere pomposo o autocelebrativo. 

Bisogna sì parlare di voi stessi, del vostro lavoro in qualità di artista, ma escludendo tutte quelle informazioni non fondamentali alla lettura artistica, ossia la famiglia, gli amici, le abitudini o le vacanze.

Devi raccontare il tuo lavoro di ricerca, il tuo lavoro di studio e su quali tematiche stai indagando, come lo stai facendo e perché lo stai facendo, quindi le motivazioni che sono alla base della tua creazione artistica. Lo devi fare in maniera onesta e pulita, usa termini semplici  e di facile e veloce comprensione affinché il messaggio della tua arte possa raggiungere il più alto numero di persone.

È vero che parla di te, ma non è un autocelebrazione. Non c’è bisogno di nominare altri artisti, ispirazioni o citazioni.

Lo statement serve fondamentalmente per capire in quale punto della tua carriera sei, quale fase artistica stai studiando e dove vuoi arrivare. Racchiudi molto brevemente le informazioni formali, il tuo corso di studi, la formazione o gli eventi, citali solo se necessario o se rafforzano un concetto. Per quello esiste il curriculum o il portfolio, altri documenti fondamentali che vanno di pari passo allo statement.

Quando provi a scrivere il tuo statement, prova a farlo come se fosse un racconto, facendolo in piccole zone e focalizzandoti su problemi e opportunità specifici, per far emergere veramente il tuo lavoro e la tua ricerca. Fai piccoli paragrafi concisi, puntuali e legati l’uno all’altro, fino ad arrivare alla conclusione. Cerca di non superare una pagina, anche perché così il lettore avrà più tempo per guardare le tue opere.

E tu, sei pronto a scrivere il tuo statement?

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PRIMO E SECONDO MERCATO NELL’ARTE / Scopriamo cosa sono / ArteCONCAS / Andrea CONCAS

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PRIMO E SECONDO MERCATO NELL’ARTE Scopriamo cosa significa e quali differenze…

Primo e secondo mercato nell’arte. Scopriamo le differenze.

Avrete sicuramente sentito parlare di primo o secondo mercato in riferimento all’acquisto di opere d’arte. Scopriamo che differenze ci sono tra i due mercati.

Anche le distribuzioni delle opere d’arte incidono nel mercato dell’arte. Queste vengono definite e differenziate tra il mercato primario o quello secondario.

Il mercato primario riguarda lo scambio di opere d’arte tra l’artista, solitamente vivente, e il primo acquirente, mediamente gallerie, collezionisti o istituzioni. Il primo mercato è fondamentale nella vita e nel percorso di un artista, in quanto può determinare il mercato stesso futuro dell’artista. Cosa significa: che le prime vendite in qualche modo condizionano quelle che saranno le sue future valutazioni. Per questo motivo la galleria d’arte, che mediamente è l’operatore predisposto a questo, ossia colui che apre e che crea la carriera dell’artista, è molto attenta nella scelta da un lato verso i clienti, ossia nel selezionare collezioni e istituzioni per creare un posizionamento delle opere d’arte e dell’artista stesso, dall’altro nel calmierare i prezzi per tenere sotto controllo la crescita e l’andamento dell’artista stesso. Per fare questo vengono fatte collaborazioni con differenti gallerie ed è molto difficile per un collezionista capire veramente qual è il valore iniziale di un artista, in quanto il valore delle prime opere viene attentamente studiato secondo differenti fattori, quali posizionamento, galleria, status, quotazioni, o percorso che l’artista deve fare.

Il mercato secondario invece riguarda tutte le vendite successive alla prima, quelle che riguardano artisti contemporanei o storicizzati mediante vendite pubbliche, quindi case d’asta, oppure private tramite gallerie o venditori. Da questo momento il prezzo e le leggi le decide il mercato, ossia la domanda e l’offerta. Per questo è fondamentale che il primo mercato sia andato bene e sia stato studiato, perché in qualche modo potrebbe influenzare il secondo. Quindi se si è fatto un buon lavoro il secondo mercato, che è quello diciamo più stabilizzato o meglio, più aperto, darà l’opportunità all’artista di posizionarsi e di vendere a dei prezzi decisamente differenti.

L’ago della bilancia del secondo mercato è quasi del tutto derivato dalle case d’asta, i cui risultati sono pubblici, di conseguenza determinano l’andamento e il valore dell’artista stesso e dell’opera d’arte. Questi purtroppo possono essere influenzati anche dai galleristi stessi, i quali rialzano volutamente per creare degli andamenti diciamo, non regolari su un’artista da loro seguito o vicino.

Sono numerosi i casi in cui collezionisti o galleristi, in comune accordo, determinano e si scambiano favori per la crescita o meno di un artista in collezione. Tuttavia la risposta ultima è il mercato e quindi la domanda e l’offerta.

Conoscere la suddivisione implicita del mercato e i canali di distribuzioni è fondamentale sia per l’artista che per il collezionista, il primo perché sceglierà con chi collaborare, che siano esse gallerie, o il percorso da effettuare, il secondo perché deciderà come creare la propria collezione. Di conseguenza è fondamentale conoscerli e sapersi comportare e rapportare a questo.

E tu, quale mercato scegli? 

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COME SELEZIONARE LE GALLERIE D’ARTE / Gli errori che un artista non deve fare / ArteCONCAS

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COME SELEZIONARE LE GALLERIE D’ARTE

Gli errori che un artista non deve fare…

Sei un artista e vuoi proporti a una galleria d’arte?

Fallo nel modo giusto!

Le gallerie d’arte oggi vengono sommerse da email di artisti o pseudo tali che richiedono di collaborare, esporre o ancora di iniziare un rapporto di vendita con la galleria stessa.

Queste richieste spesso lasciano il tempo che trovano, creando un gran problema per i galleristi, che si ritrovano a dover leggere, analizzare e a volte rispondere a numerose email imprecise e non puntuali.

Scopriamo quali sono gli errori da non commettere.

Uno dei momenti più critici da parte dell’artista è quello di scelta e individuazione della propria galleria che lo rappresenterà negli anni futuri o in alcuni territori o nazioni.

Questo ovviamente crea grande ansia e una difficoltà ad approcciarsi, purtroppo motivata anche dal fatto che molti galleristi non godano di buona fama o vengano visti come personaggi negativi interessati solo a lucrare sul proprio lavoro.

Partiamo da 3 semplici presupporti: il primo è che non ve l’ha ordinato il medico di parlare con un gallerista, di collaborare o di lavorare con lui; il secondo, se non vi piace qualcuno con cui lavorare, non ci lavorate, non vi proponete,  non contattateli; il terzo, informatevi prima di lamentarvi di ricevere alcune risposte.

Idealmente il ruolo del gallerista è fondamentale e importante perché accompagnerà l’artista nella sua crescita e nella divulgazione della sua arte, per questo è fondamentale ancor prima di intraprendere qualsiasi approccio con un gallerista capire se quel gallerista va bene per voi. Questo cosa significa: documentarsi, andare a vedere il sito, le mostre, gli artisti che rappresenta e fare quindi una vera e propria selezione.

Esatto, sei tu artista che devi fare la selezione del tuo gallerista, ancor prima di contattarlo, perché questo è fondamentale per capire con chi vogliamo lavorare e soprattutto se possiamo lavorare con lui, se abbiamo i requisiti per affrontare un percorso di crescita con una galleria. Tutti quanti vorremmo correre su una Ferrari, e magari fare il Gran Premio di Formula Uno di Montecarlo, tuttavia questo non è possibile. Allora bisogna prepararsi, partire dalle gare di go-kart ecc. ecc. a salire fin quando magari, oppure mai, arrivare finalmente sulla nostra monoposto.

Nell’arte come in tutti gli altri lavori è la stessa identica cosa. Di conseguenza è importante fare un’analisi puntuale della propria situazione artistica e professionale, per andare poi a selezionare con chi vogliamo,  dove e come operare. Per cui è importante anche presentarsi al meglio e quindi preparare tutta la documentazione di supporto, il portfolio, lo statement, il curriculum, il sito internet, i social network e tutto quello che possa aiutare a farsi un’idea precisa di voi e della vostra arte.

Dopo aver sistemato la nostra presentazione ed esserci assicurati che sia completa ed esauriente, senza essere né troppo lunga, ma nemmeno troppo breve, andiamo a selezionare quindi le gallerie per noi pertinenti.

Una volta fatto questo invieremo questa documentazione. Purtroppo oggi molti artisti pensano che basti inviare la propria pagina Facebook o il profilo Instagram, o ancora nemmeno un messaggio di accompagnamento.

Questa è maleducazione e non va sicuramente portata avanti, e non ci lamentiamo se poi le gallerie che ci rispondono sono quelle che ci chiedono dei soldi.

Dobbiamo pensare alla presentazione a una galleria o a un concorso al pari di un colloquio di lavoro e quindi, di conseguenza, come pensiamo di poter andare da qualcuno senza sapere quello che fa o come lo fa?

L’alta mole di email ricevute da un gallerista comporta naturali conseguenze a un impegno e a uno sforzo da parte della struttura e dello staff di analisi e di lettura.

Se noi gli rendiamo questo lavoro più difficile o meglio, più semplice per essere scartati, è ovviamente controproducente per noi. Di conseguenza cerchiamo di dare il giusto tempo e il giusto valore nell’email di presentazione, diciamo che cosa vogliamo, che cosa facciamo e perché vi stiamo contattando, degli allegati, quindi la predisposizione di contenuti esaurienti possibilmente raccolti in un unico allegato perché ricevere 10 email con 4 foto ciascuna perché non le avete convertite è un gran problema.

Oggi esistono numerosi software anche online e gratuiti che vi aiutano in questo. Raggruppate tutto in un unico documento perché sarà molto più semplice da parte di chi vi legge ricordare quello che fate e soprattutto arrivare fino alla fine, perché nell’altro caso rischiamo di vedere solo un documento e magari il quarto o il quinto che è quello più importante non lo vediamo perché ci siamo già stancati.

Siate brevi, non c’è bisogno di mandare tutta la documentazione, è un documento di prima conoscenza, ci saranno altre occasioni nelle quali sarà possibile approfondire oppure vi richiederanno un incontro o ancora un’integrazione di documentazione.

In caso di approccio durante un vernissage di una mostra o di un evento pubblico ospitato dalla galleria, quello è il momento peggiore: il gallerista e tutto il suo staff saranno impegnati a seguire un altro artista, e come voi non vorreste che nella medesima occasione lui si distraesse da voi, lo stesso farà lui e soprattutto la sua attenzione sarà rivolta ai suoi clienti e collezionisti, non è il momento per raccontare o dilungarsi in chiacchiere, può essere un’occasione per presentarsi e poi rimandare a un contatto via email.

Lo stesso vale per i giorni prima e i giorni a seguire di una mostra importante, perché lo staff sarà talmente concentrato che difficilmente potrà leggere email e dedicarvi del tempo.

In egual modo vale lo stesso quando andate nella sua galleria e vi fingete collezionisti con la scusa di approcciare alla tematica per poi arrivare biecamente a raccontare che siete un artista.

Ovviamente questa non è una bella cosa e tutti i galleristi e uno staff minimante navigato sanno bene dove volete andare a parare e il loro approccio per questo tentativo sarà sicuramente di chiusura e di non disponibilità all’ascolto.

Se proprio non resistete e volete andare a vedere una galleria senza appuntamento abbiate almeno la decenza di informarvi sulla galleria, su chi è il gallerista, quale è il suo staff e se nel sito della galleria sono esplicate le modalità di adesione o di proposta di artisti nuovi, perché se non lo fate rischiate comunque di intaccare la vostra visibilità: come si può pretendere di essere ascoltati se poi voi siete i primi a non leggere e non ascoltare? 

Molte di queste gallerie normano nel loro sito le modalità di richiesta di curriculum e anche di selezione degli artisti, il minimo che possiate fare è studiare e rispettare le condizioni che vi pongono, non fosse altro perché siete voi a proporvi. In caso contrario  allora farete quello che vorrete.

Al pari di come qualcuno viene a disturbarvi mentre voi create e non potete dedicargli del tempo, anche il gallerista e lo staff se non avete preso un appuntamento, non potete pretendere che affrontino la vostra presentazione quando e come volete voi.

Inoltre è impensabile ricevere o meglio, diffidate da chi vi offre un’analisi del vostro lavoro su 5 minuti e dopo solo un primo incontro. L’arte ha bisogno di studio e meritate che qualcuno studi la vostra arte, il vostro percorso e le vostre opere e di conseguenza dia il giusto valore per un’analisi concreta ed efficace, per un possibile inserimento o collaborazione.

Voi dovete fare lo stesso.

E tu, sei pronto a contattare le gallerie?