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L’Influenza della Cultura Giapponese nell’Arte di Joan Jonas: Analisi della Retrospettiva al MoMA

Un’Esplorazione dell’Arte e Tradizione nel Lavoro di Joan Jonas al MoMA

All’interno di una vetrina nella mostra di Joan Jonas al Museo d’Arte Moderna (MoMA) di New York, riposa un peculiare manufatto: un libro di notazioni del dramma Noh aperto su pagine affiancate, mostrando uno schema a sinistra e colonne di calligrafia a destra. Affascinata dalla tradizione teatrale giapponese del XIV secolo, Jonas annotò in un diario, esposto accanto al libro (un souvenir di un viaggio intrapreso intorno ai suoi trent’anni): “Il Noh era il più profondo nel senso di La Monte Young”.

L’Avanguardia Downtown e la Scoperta di un Linguaggio Formale

All’inizio degli anni ’70, Jonas, nata a New York, era stata esposta alla scena avanguardista del downtown, popolata da figure come Young—un compositore minimalista e membro del Fluxus le cui influenze includevano la musica classica giapponese—ma non aveva ancora scoperto un linguaggio formale che risuonasse con lei. Come sostenuto sottilmente in “Good Night Good Morning”, il Noh è la chiave di volta dell’opera di Jonas. Nella sua prima retrospettiva newyorkese, le gallerie del sesto piano del MoMA dimostrano come Jonas abbia efficacemente destrutturato e assimilato gli elementi formali basilari del Noh—acustica dei blocchi di legno, gesti lenti e semplici, e l’uso delle maschere—nelle sue performance, video e installazioni di cinque decenni.

Un Viaggio in Giappone e la Prima Performance

Dopo il suo primo viaggio in Giappone con il compianto Richard Serra, Jonas eseguì “Jones Beach Dance” (1971) sulla spiaggia di Long Island. Utilizzando un tratto di spiaggia durante la bassa marea, posizionò una scala nella sabbia e vi salì sopra tenendo uno specchio rettangolare grande, che rifletteva la luce del sole verso un pubblico distante più di mille piedi. Nelle fotografie della performance scattate da Richard Landry ed esposte nella prima sala della mostra, si vede Jonas sulla scala, così come i blocchi di legno che percuoteva per creare l’atmosfera sonora del pezzo.

L’Influenza Giapponese e l’Innovazione Tecnologica

In Giappone, Jonas acquistò una Sony Portapak, una telecamera portatile di nuova concezione che si rivelò cruciale per la sua pratica. Nel suo loft di SoHo, la usò per filmare il suo noto lavoro “Vertical Roll” (1972), una performance video in circuito chiuso di 20 minuti che espone e occulta parti del suo corpo tramite un glitch televisivo continuo. Le fotografie saturo di Béatrice Heyligers mostrano Jonas mentre esegue un’adattamento di “Vertical Roll” al Festival d’Automne a Parigi nel 1973.

L’Eredità Culturale e la Tensione Produttiva nell’Arte

Altri elementi giapponesi che compaiono nel lavoro di Jonas—kimonos, arte dell’inchiostro, schermi shoji e aquiloni—fungono da marcatori evidenti di differenza culturale che rendono le opere risultanti più complesse e commoventi. L’impegno di Jonas per l’eclettismo culturale si basa su questo tipo di tensione necessaria, così come su un certo grado di distanza e spontaneità. “Good Night Good Morning” si conclude con “By a Thread in the Wind” (2014/2024), un’opera composta da tre file di aquiloni di bambù appesi, che richiama le prime indagini di Jonas su come luce, suono e altri segnali viaggino attraverso l’aria, collegando entità distanti senza assorbire l’una nell’altra.

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