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IL “BOLLINO ROSSO” NELL’ARTE / A cosa serve? / ArteConcas / Andrea Concas

IL “BOLLINO ROSSO” NELL’ARTE
A cosa serve?

Sono certo che se hai partecipato a una mostra, a un vernissage, o a una fiera, avrai notato dei bollini rossi. 

Sono tanto carini e sono posti vicino alle opere, ma a cosa servono? 

È una strategia di vendita o hanno un significato reale? 

Scopriamolo insieme. 

È un semplice pallino tondo posto affianco alla didascalia dell’opera o all’opera stessa. 

Ha molteplici significati ma alcuni di essi sono più importanti di altri, il collezionista e il gallerista lo sanno bene e anche il suo colore ha il suo significato.

Mediamente, se è rosso, significa che l’opera è stata venduta, se è verde o metà di un pallino rosso significa che l’opera è stata opzionata, in attesa di conferma o di pagamento. 

Se invece notiamo più pallini rossi, è possibile che l’opera sia un multiplo o si stata riprodotta in diverse versioni e che queste possano essere opzionate o state vendute interamente. 

Le sue origini sono incerte, tuttavia, potrebbero risalire al 1800, quando le famose stelline rosse venivano poste accanto alle opere vendute nella fiera estiva della Royal Academy di Londra. 

Negli anni ’70 i red dots diventano quasi una moda.

In tutte le gallerie e in tutte le fiere non potevi fare a meno che notarli e spesso erano usati anche quale strategia per dichiarare l’avvenuta vendita e vi era quasi una corsa ad apporlo prima dello stand affianco o della galleria affianco, come se fosse una vera e propria stellina al merito.

Tuttavia nelle fiere di grande prestigio, questa prassi sta andando via via scomparendo e sono sempre meno le gallerie che adottano questa strategia, in quanto oggi il fenomeno è stato attentamente studiato e soprattutto applicato a delle strategie di vendita e di marketing più attuali e più precise in riferimento al target della mostra o della fiera.

Questo lo possiamo notare ed evidenziare rapportando le fiere di alta fascia, in cui la tecnica pian piano scompare, in rispetto a quelle di affordable art, dove invece la tecnica è sempre più utilizzata e sono sempre più presenti segni evidenti di vendita o di prenotazione delle opere.

Questo perché nelle fiere più importanti e quindi di conseguenza anche con delle opere più costose, più prestigiose e più importanti, la mancanza di informazioni costringe l’interessato, se è realmente tale, o chi per lui a prendere un contatto diretto con il gallerista, dando quindi l’opportunità allo stesso di poter creare una relazione, di poter curare un rapporto nel tempo e quindi avere l’opportunità di adattarsi e di parlare maggiormente con il proprio collezionista o con l’advisor di turno.

Cosa diversa invece per le fiere minori o l’affordable art, in quanto la vendita spesso è quasi d’impulso (mi piace, lo voglio), e il concetto dei bollini addirittura diventa quasi una linea di supporto e guida per i collezionisti meno esperti, dando quindi una sorta di conferma di validazione di mercato, o addirittura, instaurando il concetto di scarsità, ossia creare l’effetto di non potersi aggiudicare quell’opera o quel multiplo, in quanto terminata o desiderata da tante altre persone

Proprio per questo, le grandi gallerie, nonostante abbiano delle opere invendute nell’esposizione, teniamo conto che oggi per partecipare a una grande fiera ogni galleria fa ingenti investimenti, anche in termini di vere e proprie piccole mostre, creando delle collezioni che desiderano essere coeve e raggruppate tra loro fino alla fine della fiera.

Hanno quindi l’opportunità di poter parlare con il collezionista e magari proporre un’altra opera, se pure quella sia venduta e se pure quella possa essere di suo gradimento.

Allo stesso modo invece, i bollini rossi per un collezionista alle prime armi potrebbero far scaturire in lui quell’ansia di acquisto, quell’ansia di perdere l’occasione e di poter far sua quell’opera che tanto desidera o di cui ha l’illusione di poter perdere l’affare della sua vita. 

Di pari passo, se veri e sinceri, i bollini potrebbero essere anche un segnale per analizzare le tendenze di acquisto e capire che cosa sta andando e che cosa sta succedendo nelle gallerie e nel mondo del collezionismo. 

Oggi i bollini sono considerati di cattivo gusto e un espletamento di un’azione forzata o comunque non desiderata. 

Per questo prendiamo esempio dalle gallerie di alta fascia e dedichiamo due minuti ai nostri collezionisti. 

Guarda il video su YouTube:

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