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ARCHIVI D’ARTISTA/ La gestione oltre gli eredi / Andrea Concas / ArteConcas

ARCHIVI D’ARTISTA

La gestione oltre gli eredi

Archivi d’artista: la gestione oltre gli eredi. 

Oggi, in parte o nella totalità, importanti archivi vengono gestiti non soltanto dagli eredi ma bensì anche da galleristi, curatori e altri professionisti. Scopriamo perché. 

Gli archivi d’artista nascono con il chiaro scopo di tutelare e promuovere la vita e le opere di un artista defunto o vivente, diventando così un punto di riferimento per i collezionisti. 

Tra i vari compiti di un archivio dell’artista si annoverano quelli di tutela della produzione artistica, dell’archiviazione e del controllo della documentazione d’archivio delle opere, mantenendo ordine e memoria storica, tenendo traccia della collocazione delle opere e del loro posizionamento per un eventuale richiamo futuro in caso di retrospettive o di pubblicazione di cataloghi, ovviamente a favore di una valorizzazione della ricerca artistica dell’artista stesso, divenendo quindi un punto di riferimento per collezionisti, musei e gallerie, i quali si rivolgono all’archivio per essere sicuri di un acquisto o ancora per poter esporle e avere una ricerca e un corredo documentale a supporto. 

Il potere degli archivi è talmente forte che molti artisti ne sentono l’esigenza ancora in vita e quindi oggi sono numerosi artisti ancora viventi che stanno o hanno già costituito un loro archivio. 

Possiamo parlare di Damien Hirst, di Yayoi Kusama o ancora di Gilbert e George, i quali sono stati i primi a capire l’importanza di tenere aggiornato il loro archivio, la loro produzione, sapere dove sono le loro opere e anche tutelarsi nei confronti dei falsi e quindi emettere le autentiche per quanto già immesso nel mercato e ovviamente, purtroppo, difendersi dai casi di contraffazione e di falsi. 

Per questo i maggiori compiti dell’archivio sono quelli di rilasciare le autentiche, di catalogare e ancora di organizzare le mostre e i cataloghi e supportare, anche se l’artista è vivente, tutto ciò che gli riguarda e che possa in qualche modo tutelarlo e permettere una crescita nel tempo. 

Invece in caso di morte dell’artista, sono gli eredi per la tutela delle opere e dell’operato del caro defunto. 

Tuttavia, oggi, è sempre più frequente vedere gallerie che gestiscono archivi in quanto spesso sono loro, a volte più degli eredi, a conoscere la vita dell’artista e averlo supportato negli ultimi anni o addirittura in tutta una vita nelle fasi di promozione

Pensiamo allora al caso in cui magari l’erede era troppo piccolo, pensiamo ai figli, o ancora se disinteressato completamente alla vita artistica del padre, del nonno o di chi per lui.

Quindi significa che non ha le competenze di gestione, mentre sicuramente un gallerista, che di suo canto lo ha affiancato quotidianamente magari per anni, ne conosce l’intero operato, o ancora è in grado di riconoscere l’autenticità delle opere o di avere gli strumenti di archivio per poter capire cosa è stato venduto e che cosa invece non è autentico o ancora di dubbia provenienza. 

In questo caso le gallerie possono acquisire anche il duplice ruolo, da un lato garanti di autenticità e garanti del percorso dell’artista, dall’altro di esercenti commerciali. 

Cosa significa: che spesso hanno anche opere in archivio e queste vengono quotidianamente immesse nel mercato con una sorta di doppia garanzia e diventano quindi gli unici detentori di mercato e autentica. 

In questa duplice veste possono quindi partecipare a importanti fiere, collaborare con musei, con istituzioni, con curatori e promuovere così l’operato dell’artista e la sua vendita. 

Ovviamente questo per alcuni eredi che decidono di non voler seguire o di non avere le competenze per portare avanti questo operato potrebbe essere una grande opportunità, quantomeno per tutelare e contribuire alla crescita dell’artista defunto. 

Per questo sono tante le gallerie impegnate nella gestione degli archivi e gallerie anche molto importanti. 

Pensiamo alla Pace Gallery, in collaborazione con l’Art Agency di Sotheby’s, per l’artista Vito Acconci; o ancora David Zwirner per Ruth Asawa, Joan Mithcell, Josef Albers e ancora Diane Arbus; oppure la galleria Hauser & Wirth la quale si è veramente specializzata e oggi segue oltre 20 archivi d’artista tra i quali possiamo citare Phlip Guston, Gunther Forg, Gorky e molti altri. 

La gestione di un archivio è un qualcosa di complesso, difficile ed importante, e tuttavia cruciale per il secondo mercato, ma in generale per la tutela dell’artista e del suo operato di quando era in vita. 

Le gallerie conoscono molto bene il mercato ed è per questo che c’è questa nuova commistione. 

E tu, sei pronto a scoprire il prossimo archivio? 

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