Musei d’arte e NFT: un incontro possibile? | Andrea CONCAS | ArteCONCAS

In questi mesi artisti, collezionisti e professionisti del mondo dell’arte tradizionale si sono interrogati sul valore artistico della Crypto Arte e degli NFT.

In molti si chiedono come possano essere collezionati ed esposti.
Sul collezionare, beh, la risposta è semplice e immediata.

Basta avere un wallet e bel po’ di ETH.

Ma se per il collezionista privato vale questa risposta, questa non è scontata per i musei di stampo
tradizionale.

Perché se sui metaverse – Decentraland, Somnium Space o Arium tra i più utilizzati – possono nascere interi musei per accogliere centinaia di migliaia di opere, non è detto che questa sia la via percorribile anche per i musei fisici, che non sempre hanno le risorse per implementare le proprie collezioni.

Ma ci sono alcuni esempi che dimostrano che l’incontro è possibile.

ICA – Institute of Contemporary di Miami ha acquisito il primo NFT, CryptoPunk versione 5293, una delle 3840 punk femmine.

Si tratta di una donazione arrivata dal membro del Trustee del museo, Eduardo Burillo e grazie a lui il museo sarà in grado di esporre l’opera già tra qualche settimana.

Dall’altra parte del mondo invece si è diffusa la notizia che il Museo Ermitage di San Pietroburgo sta valutando l’emissione di NFT per le opere d’arte della sua ricca collezione e sta discutendo con la piattaforma Binance sulle possibilità.

La direzione del museo si aspetta che i token portino ulteriori finanziamenti, a condizione che le autorità russe non tassino gli NFT secondo le attuali normative sulle risorse digitali.

Non resta che attendere ulteriori sviluppi sulla vicenda, ma c’è fermento anche nel mondo dei musei.

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